Il prezzo di Bitcoin nel corso di questo mese ha subito il crollo mensile più grande mai fatto segnare nel corso della sua storia.
Al momento BTC viene scambiato a circa 38.800 $, dopo aver addirittura toccato per pochi minuti quota 30.000 $ soltanto due giorni fa. Ovviamente bisogna essere razionali, e ribadire che in ogni caso stiamo parlando di cifre importanti, considerata la crescita di Bitcoin nel corso degli ultimi 12 mesi; tuttavia, non si può dimenticare che soltanto due settimane fa il prezzo di BTC si aggirava intorno ai 60.000 $!
Dopo aver toccato quota 30.000 $, il prezzo di Bitcoin è cresciuto fino a raggiungere i 42.000 $, ma soltanto per pochissimo tempo, tornando quasi immediatamente nel range in cui si trova adesso, ovvero quello dei 30.000-40.000 $.
Le ragioni dietro il crollo del prezzo di Bitcoin
Il mining
Quando si parla di criptovalute e di Bitcoin è sempre difficile individuare un solo fattore responsabile dell’ aumento o della diminuzione dei prezzi; nella maggior parte dei casi sono intervenuti più fattori, determinando un importante variazione della traiettoria.
E’ risaputo, ma forse ancora non abbastanza, quanto i miners di Bitcoin incidano sulla sua stabilità e sul suo funzionamento. Le notizie provenienti dalla Cina, secondo cui il governo cinese si starebbe preparando ad introdurre regole più severe relativamente proprio all’attività di mining di BTC, avrebbero destabilizzato l’ambiente.
Sembrerebbe che nei prossimi mesi potremmo assistere ad un “trasferimento epocale della potenza di hash fuori dalla Cina e verso il mondo in generale“, così come affermato da Nic Carter, co-fondatore della risorsa di dati Coin Metrics, in una serie di tweet.
Attualmente l’hash rate di Bitcoin corrisponde a 136,7 EH/s: circa 30 EH/s in meno rispetto ai massimi storici secondo alcune fonti, tra cui MiningPoolStats. La prossima regolazione automatica della difficoltà di Bitcoin è prevista tra cinque giorni, e ci si attenda che possa attrarre nuovi miner.
Lo Stock-to-Flow
Lo Stock-to-Flow è il rapporto tra la quantità di Bitcoin in circolazione e la quantità di Bitcoin in produzione, attraverso il mining. Dal momento che la capacità produttiva di BTC è stata ridotta dall’Halving, il rapporto Stock-to-Flow è aumentato.
Il prezzo di Bitcoin segue il rapporto Stock-to-Flow quasi alla perfezione, almeno questo dicono i grafici a disposizione; ed anche in questo periodo di forte ribasso dei prezzi delle altcoins e di Bitcoin in particolare, il modello Stock-to-Flow resta l’indicatore a cui far riferimento per cercare segnali rassicuranti per i prossimi mesi.

Whales ed HODLers in azione
Quasi sempre, durante le fasi di correzione del prezzo di Bitcoin, i grandi investitori e gli investitori medio-piccoli con prospettiva a lungo termine hanno approfittato per acquistare nuovi Bitcoin. Anche durante questa brusca fase negativa del mese di maggio, è stato rilevato un importante spostamento di Bitcoin da persone in preda al panico a grandi whales pronte a sfruttare l’occasione.
Diamo due numeri per capire meglio: circa 1 milione di BTC è stato venduto ad una media di prezzo compresa tra 30.000$ e35.000$, da persone che avevano acquistato ad aprile a cifre comprese tra 55.000$ e60.000$, per una perdita complessiva di circa 20 miliardi di dollari! E’ quanto segnalato da PlanB, creatore dei modelli Stock-to-Flow per il prezzo di Bitcoin.
Per molti questo rappresenta una buona notizia, perchè finalmente quei Bitcoin sono passati dalle mani deboli di sprovveduti speculatori poco informati alle mani forti di investitori di lungo termine, cosa che gioca a favore della stabilità del prezzo di BTC.
Indice Greed & Fear per misurare paura ed avidità del mercato
Il recente crollo del mercato delle criptovalute ha evidentemente sconvolto una buona parte degli investitori, facendo crollare l’indice Greed & Fear a 10/100 (numeri prossimi allo 0 segnalano l’aumento dei livelli di “paura” nel settore, il che porta molto spesso a vendere).
E’ bene evidenziare come, soltanto quindici giorni fa, il 10 maggio, l’indice si trovava sotto la soglia di 70/100, corrispondente ad una situazione di avidità del mercato, in cui normalmente gli utenti acquistano per non restare fuori dalla crescita del settore.
Valgono ovviamente le prospettive inverse, e di conseguenze le reazioni opposte a quelle appena descritte, ovvero, il momento di massima paura del mercato può rappresentare per molti l’opportunità migliore per comprare ed accumulare più Bitcoin.
E’ la fine del bull market?
E’ presto per dire se questo crollo del prezzo di Bitcoin e delle altcoins in generale segni la fine del bull market, chi ha vissuto la bull run di Bitcoin del 2017 sa bene che il mercato delle criptovalute ci ha abituati a grandi e rapidi cambiamenti di fronte.
Aumenta di mese in mese la platea composta da persone e da istituzioni che scoprono l’ecosistema crypto e che decidono di investire in esso parte dei propri capitali, per tale motivo aumentano le comunicazioni strategiche di player sempre più grandi che cercano di preparare il terreno per realizzare i propri piani di accumulo. D’altronde neppure alle whales piace comprare quando il prezzo è troppo elevato!
Quindi, come sempre in questo settore, non resta che attendere e continuare ad aumentare le proprie conoscenze relativamente al mondo blockchain, forti del fatto che nel frattempo Bitcoin continuerà a funzionare bene come sempre, nonostante la volatilità del suo prezzo.