Criptovalute e tasse: come inserirle nella dichiarazione dei redditi?

-

Siamo sinceri, l’ecosistema delle criptovalute è ancora molto giovane, e la grande speranza di tutti gli utenti che si avvicinano al suo mondo, è di avere la fortuna di investire in progetti che un giorno gli permetteranno di incassare un utile considerevole. Ma come bisogna comportarsi riguardo alle tasse ed alla dichiarazione dei redditi annuale?

C’è un piccolo problema: proprio per la sua giovane età, ed anche per la complessità e la novità delle operazioni possibili con le criptovalute (staking, airdropping, mining, lending su piattaforme DeFi, ecc.), risulta ancora difficile alla stragrande maggioranza degli investitori capire come inserire i propri capitali crypto nella dichiarazione dei redditi.

Alcuni dubitano anche riguardo alla necessità di dover dichiarare il proprio patrimonio in criptovalute; al riguardo, ci sentiamo di dire serenamente che, grande o piccolo che sia l’investimento effettuato in crypto, esso vada dichiarato, anzi sarebbe davvero poco furbo non farlo, soprattutto perchè l’atto della dichiarazione non è di per sè ciò che fa scattare la tassazione,come vedremo più avanti.

Il quadro fiscale di riferimento

A livello normativo non esiste una legge specificamente pensate e scritta per le criptovalute, bensì esiste un insieme composto da pronunce ed interpelli che si sono susseguiti nel corso del tempo.

L’Agenzia delle Entrate, senza dichiararle tali, ha fornito soltanto un quadro generale, però abbastanza vincolante, affermando che le criptovalute sono “assimilabili” alle attività svolte con le valute estere.

Ha poi semplicemente detto che le crypto hanno più caratteristiche, ed in base all’utilizzo che ne fa l’utente che le possiede, va loro assegnata una determinata caratteristica piuttosto che un’altra (valuta estera o strumento speculativo), il che ovviamente poi incide sulla determinazione della loro qualifica.

Un primo riferimento normativo può essere individuato nel TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi, atto numero 917 del 1986, e precisamente nell’articolo 67 1-ter.

Art. 67 1-ter dell’atto n.917 del 1986

Il Fisco ha dato le prime istruzioni chiare riguardo alla regolamentazione fiscale delle criptovalute nel 2019, con le istruzioni alla dichiarazione dei redditi del 2018.

Proviamo a delineare l’inquadramento giuridico fiscale delle criptovalute, seguendo i punti che la maggioranza dei legali specializzati in materia definiscono certi:

  • obbligo di monitoraggio cui sono chiamati tutti i contribuenti italiani;
  • esenzione dal pagamento dell’ivafe (Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero);
  • pagamento del 26% sulla plusvalenza calcolata, oppure recupero della minusvalenza, solo se si verificano le “condizioni di giacenza” e si procede con dei prelievi dai propri portafogli.

La condizione di giacenza ed i prelievi

In definitiva, in base alle presenti indicazioni, ciò che fa scattare l’imposta, sempre laddove si verifichi la condizione di giacenza individuata dal Fisco, è il compimento del prelievo da uno dei propri portafogli.

Quindi, nel caso in cui l’utente facesse dei prelievi da uni dei propri portafogli crypto i quali, complessivamente considerati, avessero giacenze superiori a 51.645,69€ per sette giorni consecutivi (i vecchi 100 milioni di lire), quei prelievi sarebbero da considerare redditi imponibili.

Di contro, nel caso in cui non si verificasse la condizione di giacenza, gli eventuali prelievi effettuati non andrebbero dichiarati in RT in quanto non costituirebbero redditi imponibili.

Per calcolare il valore della giacenza media delle proprie criptovalute detenute nei portafogli, si deve far riferimento al tasso di cambio che queste criptovalute avevano alla data 01.01 dell’anno a cui si riferisce la dichiarazione.

Nel caso in cui una criptovaluta non fosse ancora listata, perchè ad esempio è stata acquistata durante una fase di lancio da parte dei suoi sviluppatori, allora andrà riportato semplicemente il prezzo di acquisto pagato.

Il controvalore da riportare, relativamente all’investimento in criptovalute, è quello al 31.12 dell’anno precedente, o alla data della fine del proprio investimento (nel caso in cui l’utente avesse ceduto le proprie crypto, terminando di fatto il proprio investimento).

Cosa interessa sapere all’Agenzia delle Entrate?

  • 1) Quanto hai investito in criptovalute e qual è il controvalore in euro delle criptovalute acquistate.
  • 2) Quali piattaforme hai utilizzato per l’acquisto/vendita delle criptovalute.
  • 3) Se hai prelevato o meno le tue criptovalute, ed in caso affermativo, quali criptovalute hai prelevato, indicando il saldo iniziale e finale del tuo portafoglio crypto.
  • 4) Da dove provengono i fondi investiti.

Quali sono state le ultime direttive del Fisco?

Il 30 aprile di quest’anno sono state rilasciate le istruzioni alla dichiarazione dei redditi per il 2021, le quali citano specificamente le critpovalute, indicando dove vanno dichiarate all’interno del modulo dichiarativo.

Inoltre, sempre le istruzioni sottolineano chiaramente che vadano indicate anche le attività che potenzialmente potrebbero produrre reddito, con finalità ulteriore di monitoraggio; questo perchè, come sappiamo, non sempre il trading di criptovalute genera redditi, piuttosto i redditi si generano quando si verifica una determinata condizione, ovvero la condizione di giacenza.

Si specifica anche che, nel caso in cui l’utente avesse effettuato più operazioni delle stessa natura, potrebbe sommarle e trascriverle insieme sullo stesso rigo, evitando un’operazione molto più laboriosa e piuttosto fine a se stessa in un’ottica di insieme.

Resta sempre fondamentale conservare la documentazione che attesti la provenienza dei fondi depositati sugli exchange scelti per le proprie operazioni di acquisto/vendita, perchè il Fisco, oltre a voler individuare il verificarsi delle condizioni per procedere con la tassazione, è soprattutto interessato ad escludere che ci trovi di fronte a fenomeni quali riciclaggio o finanziamento illecito.

A marzo del 2020 l’attività ispettiva e di accertamento da parte degli ispettori dell’Agenzia delle Entrate è stata sospesa a causa del Covid, e resta tutto’ora sospesa; questo spiegherebbe perchè qualsiasi controllo formale circa quanto dichiarato nel 2019 non è al momento possibile, e per questo non ci sono ancora casi di invio di lettere di compliance da parte della stessa Agenzia.

In conclusione

Sembra davvero poco saggio da parte degli utenti non procedere all’inserimento dei propri investimenti in criptovalute all’interno della dichiarazione dei redditi, visto e considerato che la tassazione scatterebbe solo al verificarsi di specifiche condizioni, quali appunto la condizione di giacenza ed il compimento di prelievi dai propri portafogli crypto.

Incappare in lunghe e costose battaglie legali con il Fisco, dopo aver avuto la bravura e/o la fortuna di accumulare una plusvalenza dai propri investimenti, non costituirebbe certo il lieto fine sperato.

Quindi è bene fare attenzione, e ritagliarsi del tempo per contattare un commercialista preparato in materia che si possa occupare di espletare le (poche al momento) formalità richieste dall’Agenzia delle Entrate, in modo da continuare a dedicare i propri sforzi soltanto alla parte piacevole e sana del proprio interesse verso le nuove tecnologie blockchain e le criptovalute.

Avvertenza

Il presente articolo, così come gli altri pubblicati su questo sito, hanno il solo scopo di educare il pubblico interessato alle criptovalute, e di diffondere maggiore conoscenza riguardo alla tecnologia blockchain ed ai maggiori progetti crypto. CryptoQuotidiano e gli autori degli articoli non intendono offrire alcuna indicazione per gli investimenti ai propri lettori, ai quali viene consigliato di procedere ad approfondire ricerche prima di prendere le proprie decisioni di acquisto.

Mirko Catapanohttps://www.cryptoquotidiano.it
Laureato in Economia con lode, inizia a lavorare nel settore tecnologico nel 2010 co-fondando Spot IT, un'azienda di IT trading di cui è ancora socio. Consulente per aziende, start up e liberi professionisti. Imprenditore appassionato di blockchain e criptovalute, fonda CryptoQuotidiano nel 2020.

Condividi l'articolo

Post recenti

Google search engine

Categorie

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Commenti recenti